UN CENTIMETRO

A volte basta un centimetro per fare la differenza. Un centimetro in più o in meno, che manca o è di troppo. Comunque un centimetro che fa la differenza tra una delusione e la felicità. Un po' come il cestista che lascia partire l'ultimo tiro sul suono della sirena posizionato al di là della linea dei tre punti. La palla percorre il suo arco e va a depositarsi sul fondo della retina. Gioia, gloria, esultanza e la vittoria per un solo punto. Ma gli avversari chiedono il challenge, gli arbitri controllano e ricontrollano le immagini e si accorgono che sta calpestando la linea per un solo centimetro. Tutto da rifare. O come quando alla fine di una maratona vedi avvicinarsi il traguardo. Fai partire la volata cercando di bruciare i tuoi avversari. Hai la vittoria in tasca. Ma c'è qualcuno che ha deciso di sorpassarti sulla linea del traguardo e vince per un solo centimetro. O come quando sei in vasca a giocarti i cento metri stile libero con i tuoi avversari. Dai tutto in entrambe le vasche. Arrivi alla fine, tocchi la piastra convinto di aver vinto, poi alzi gli occhi al tabellone e il tuo nome è il secondo a comparire perché eri in ritardo di un solo centimetro.

Ecco, più volte nella mia vita ho avuto la sensazione che mi mancasse un solo centimetro per raggiungere la felicità. Qualcuno potrebbe dire che basta allungare la mano per poterla afferrare, cosa per cui sono tendenzialmente d'accordo. Ma non è mica così semplice. O almeno non lo è la maggior parte delle volte. E non pensate che io sia una persona arrendevole. Tutt'altro. A volte rischio addirittura di diventare fastidioso da tanto sono tenace nel perseguire i miei obiettivi. Il problema è che si mette di mezzo sempre qualcosa, quello che io chiamo appunto un centimetro.

Mi posso sforzare quanto voglio, ed il più delle volte lo faccio, ma è sempre tutto inutile. Non mi arrendo, sia chiaro. Non voglio rimpianti causati dal fatto di non averci provato (ne ho altri, ma spesso causati da quel che ho fatto). 

Quale sia la causa di tutto questo, proprio non saprei dirlo. La mia analista avrebbe detto che ero io a sabotare tutto, quantomeno a livello inconscio. E forse un tempo era davvero così. Ma ora ho raggiunto un certo equilibrio, gestisco meglio le cose che mi capitano a livello emotivo (o almeno sono convinto di farlo, che non è comunque poco) e mi sforzo ogni giorno di essere una persona migliore. Solo che poi capita quel qualcosa che mi fa mettere tutto in discussione, sempre quel maledetto centimetro.

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